La vittoria conquistata ieri sera in quel di Cipro, proprio allo scadere del tempo, ci fa tornare in mente un modo di dire che è entrato a far parte del linguaggio comune e che sta ad indicare una rete realizzata proprio negli ultimi minuti di gioco: la zona Cesarini. Ma sapete chi era Cesarini e perché è stato coniato questo modo di dire?
Era il dicembre 1931 e l’Italia affrontava quella che all’epoca era considerata la mitica Ungheria. Renato Cesarini, classe 1906, nato in Italia e trapiantato in Argentina, segnò una rete proprio al 90° minuto, ripetendo una prodezza realizzata in campionato allo scadere del tempo.
Nasce da qui il detto “segnare in zona Cesarini”, utilizzato ancora oggi per indicare un gol all’ultimo minuto di gioco. Di Natale ieri sera, come tanti altri prima di lui, ha regalato tre punti alla nazionale emulando l’illustre predecessore.
Di Renato Cesarini è rimasto solo questo negli annali, sebbene abbia scritto la storia di diversi campionati italiani, giocando con la maglia della Juventus dal ’29 al ’35. Sette stagioni fantastiche con la Vecchia Signora, durante le quali riuscì a collezionare ben 5 scudetti di fila dal 1931 al 1935, contribuendo con un discreto numero di gol ai successi bianconeri.
Le cronache dell’epoca parlano di lui come di un giocatore al di fuori degli schemi, piuttosto ribelle e anticonformista, considerando anche il periodo storico. Ma in campo sapeva dare il massimo, non arrendendosi mai di fronte ad un risultato che sembrava ormai compromesso. Amato dai tifosi e apprezzato dagli allenatori che hanno avuto a che fare con lui, ha avuto modo di distinguersi anche come ballerino, nelle serate mondane che caratterizzarono la sua permanenza in Italia.
Dopo l’esperienza in bianconero, tornò a giocare in Argentina fino al ritiro nel 1945. Iniziò poi la lunga carriera di allenatore, proprio sulla panchina della Juventus, surclassata in quel periodo dal Grande Torino. Ma Cesarini ebbe modo di rifarsi, tornando alla guida della Vecchia Signora qualche anno più tardi e conquistando uno scudetto ed una Coppa Italia.
In patria a diversi anni dalla sua morte è ancora oggi un mito del calcio e viene ricordato da tutti come la “Bibbia del futbol”. Per noi resterà sempre “quello che segnava all’ultimo minuto”.