Prima sfida dei quarti di finale di coppa Italia.
Stadio Barbera, Palermo:
Palermo-Parma 5-4 d.c.r. (0-0 d.t.s.)
La sequenza dei rigori:
Per il Palermo segnano Bovo, Balzaretti, Nocerino, Pastore, Martinez. Sbaglia Cassani.
Per il Parma vanno in gol Palladino, Modesto, Candreva, Giovinco. Sbagliano Crespo e Valiani.
Il Palermo sfiderà in semifinale la vincente del match tra Sampdoria-Milan, in programma mercoledì 26 gennaio alle ore 17.45 presso lo stadio Marassi di Genova.
La si chiami pure coppetta, sacrificio, fastidio, lusso o vezzo. Salvo notare, di fatto, che arrivati ai quarti di finale di una competizione che prevede ancora (il meccanismo cambia in semifinale, dove sono previste gare di andata e ritorno) la formula dello scontro diretto con vincitore e sconfitto sanciti in 90’ (che possono diventare 120’, che si possono protrarre fino ai calci di rigore), a perdere non ci sta più nessuno.
E allora, ecco che prima di ricorrere al turn over ci si pensa parecchio su. La riflessione generale è che piace la riconsiderazione di un trofeo troppo spesso – e ingiustamente – snobbato per altre priorità, soprattutto se in coincidenza – lo ricordano nell’immediato pre partita le note della fanfara che ripropone l’inno italiano – con l’anniversario dei 150 anni dell’Unità nazionale. La valutazione più specifica è che si torna ad assistere a belle partite anche nell’infrasettimanale di Tim Cup.
Essere giunti fin qui: un traguardo che, per Palermo e Parma, val pure un tentativo. Lo si diceva: per prestigio, per ricambiare l’affetto delle rispettive tifoserie – sempre pronte a garantire il proprio supporto – ma anche per il fatto che, quando la luna dista così poco, provare ad afferrarla diventa pure un dovere. A conferma di quanto detto, Delio Rossi decide di schierare il miglior Palermo possibile. Dentro tutti i big dal 1’: da Pastore a Ilicic, da Miccoli a Balzaretti.
Di contro, Marino opta per la filosofia precedente e concede spazio ad alcune pedine che meno hanno potuto beneficiarne: tra l’undici titolare c’è Pavarini a tutela dei pali, Modesto in difesa, la coppia Marques e Bojinov in attacco. Solo panchina per Giovinco e Crespo con la convinzione che a entrambi non occorra molto tempo per entrare in partita e incidere.
In poche battute, si capisce che ci si divertirà: partono bene gli ospiti, capaci di tessere trame corali, ma il Palermo mostra di poter replicare a ogni affondo e, al solito, con spazi e campo a disposizione, i rosanero fanno paura. La prima conclusione degna di nota arriva al 10’: tacco di Ilicic per Cassani che crossa verso Miccoli. Tempestiva la girata a rete, Pavarini non si lascia sorprendere. Palladino replica per i ducali: al 17’ azione personale di Palladino che conclude verso Sirigu ma la mira non è precisa. Passano 3’ è l’estremo omologo diventa decisivo: da Pastore a Ilicic, botta di destro su cui Pavarini interviene in maniera provvidenziale. Manovre fluide da ambo le parti, sui piedi di Miccoli l’occasionissima: è il 28’ quando il folletto si trova a tu per tu con Pavarini ma, contrastato da un difensore, perde l’attimo per colpire.
La prima frazione si chiude con il Parma all’attacco: al 46′ Palladino riceve palla da Galloppa e si trova davanti a Sirigu il quale lo strega inducendolo all’errore. La ripresa, chiusa anch’essa a reti inviolate non delude e, tanto quanto la prima frazione, regala momenti di assoluto piacere. Per le ripartenze in velocità, per il pressing costante, per un gioco che subisce pochi break, per la voglia di vincere che si evince con limpidezza. Marino, che inizia a crederci, gioca le carte Giovinco, Valiani e Crespo. In sequenza: all’8′ Miccoli serve Migliacco che colpisce di testa e sfiora la parte superiore della rete; al 12′ Ilicic sbaglia la conclusione da posizione centrale; al 15′ Candreva smarca Bojinov che calcia a lato; al 25′ Sigiru salva il Palermo vanificando lo spunto personale di Giovinco con un intervento da campione; al 28′ Pastore se ne va e, bevutasi la metà campo, conclude dal limite costringendo Pavarini all’intervento in due tempi; al 38′ Pastore è tutto solo davanti a Pavarini ma l’estremo è per l’ennesima volta decisivo.
Si va ai supplementari ma sono applausi a scena aperta. L’over time lo si gioca a ritmi notevolmente più bassi, e pare legittimo: l’urlo del Barbera è qualcosa che mette i brividi e, anche per questo, viene spontaneo elogiare ancora di più la prova dei ducali, capaci di difendersi con le unghie e vanificare il pressing di un Palermo bello da vedersi. Decidono i rigori. Il primo lo sbagliano entrambe, poi una sequenza di penalty vincenti fino all’errore di Valiani. Il baby Martinez segna e qualifica i rosanero alle semifinali.
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