L’arrivo di Zanetti alla guida del Bologna non è stato sufficiente: il rischio fallimento è ancora dietro l’angolo. Lo rende noto Giovanni Consorte che era stato chiamato a gestire la società dopo il fallimento della gestione-Porcedda.
Secondo Consorte, servono in totale 17 milioni di euro per rilanciare la società. Di questi, 9 milioni e 45 mila euro sono stati già raccolti, sarebbero dovuti essere 10 tondi, ma alcuni imprenditori si sono tirati indietro all’ultimo momento perché la situazione societaria non è ancora molto chiara.
A parte le polemiche fatte sulla gestione, prima di tutto il ruolo di Baraldi come amministratore delegato, sono anche altri i problemi di una squadra che ha già subìto 3 punti di penalizzazione e che è sull’orlo del baratro da mesi. La società Bologna 2010 dovrebbe coprire i 10 milioni di base, a cui si dovrebbero aggiungere i 4 milioni dell’azionariato popolare (chiunque può partecipare versando una cifra volontaria, Di Vaio oggi versava 50 mila euro, ma chiunque può versare 100 euro, 200 o altre cifre, a seconda delle possibilità), e 3 milioni con l’ingresso di altri imprenditori. Ma purtroppo è proprio quest’ultima cifra in bilico:
Se non entrano altri sette milioni, resta il rischio di fallimento. Il resto sono chiacchiere. Il Bologna dalle banche è considerata di fatto un’azienda fallita, perché non ha nessun rating. Anche per questo sbloccare le fidejussioni è complicato, anche se stiamo trovando il modo per poterlo fare e le banche che ci sono vicine hanno promesso di darci una mano
ha spiegato Consorte. Insomma, da oggi scatta l’azionariato popolare, e a quanto pare la società Bologna 2010, corre il rischio di investire altro denaro, altrimenti la società rischia seriamente il fallimento.