Ottavi di finale di Coppa Italia.
Stadio Olimpico, Roma:
Roma-Lazio 2-1
Reti: 8′ st rig. Borriello (R), 13′ st rig. Hernanes (L), 32′ st Simplicio (R)
Daniele De Rossi, per almeno tre motivi. Il primo è che la Roma, battendo la Lazio per 2-1, si aggiudica il derby di coppa Italia e si qualifica per i quarti di finale dove incontrerà la Juventus in una gara ancora secca: si giocherà all’Olimpico bianconero per la migliore posizione juventina nella griglia di partenza. Il secondo è dato dal fatto che, senza Francesco Totti squalificato, chi incarnava in maniera evidente e totale l’essenza della formazione giallorossa era proprio lui, capitan Futuro. Il terzo, infine, sta nel fatto che quel futuro ad affiancare lo status di capitano, con il passare dei giorni, si sta affievolendo sempre più per trasformarsi in un presente vivo, nitido, reale. Con la fascia intorno al braccio, Daniele De Rossi ha finora vinto tutti i derby disputati: che fosse campionato, che fosse coppa. Il che non significa, vero, che in carriera li abbia vinti tutti. Come lui, se non meglio, ha fatto Claudio Ranieri: era la quarta stracittadina, per il testaccino, che ha fatto poker. Quattro vittorie, nessuna sconfitta, manco un pareggio. Eppure, stavolta, tutto si può dire meno che il mister capitolino avesse azzeccato la formazione iniziale.
Dentro Adriano e Borriello, fuori Menez e Vucinic; mediana corposa e rocciosa con Brighi, Simplicio e Greco di fianco al biondo ostiense; in difesa Mexes e Juan al centro con Burdisso e Riise sulle fasce. Fronte Lazio: assente Muslera per infortunio, dentro Berni; Mauri e Floccari vanno in panchina e Reja si affida a Gonzalez e Kozak. Biava e Radu tornano titolari a differenza della sfida contro la Sampdoria. Altro dato che comunichiamo per non perdere lo sfizio di dare degli imbecilli a quanti lo meritano: nel prepartita, rotto vetro pullman biancoceleste, ferito il team manager Maurizio Manzini e accoltellato al gluteo un ragazzino di quindici anni. Il tifo non abita nel “carne e ossa” dei responsabili: lì c’è solo spazio per l’ignoranza colpevole.
Nel corso della prima frazione di gioco – motivo per cui si diceva che stavolta, Ranieri, non ha imbroccato la formazione – è soprattutto Lazio: sono i biancocelesti a dare l’impressione di poter sfondare da un momento all’altro mentre i giallorossi non riescono a incidere praticamente mai. Il maggiore movimento degli ospiti frutta un paio di occasioni importanti sprecate da Kozak: al 22′ la punta calcia dai 5 metri, parata d’istinto di Julio Sergio; allo scadere del primo tempo, ancora Kozak abile a costruirsi un’occasione: anticipato di testa Julio Sergio, la punta non riesce a saltare Juan. L’unico merito di una bruttissima Roma è quello di non aver preso gol.
A inizio ripresa immediati accorgimenti di Ranieri: fuori Adriano e Greco, dentro Vucinic e Menez. Cambia qualcosa perchè i padroni di casa cominciano a impostare il gioco e, al 7′, conquistano un calcio di rigore per fallo di mano di Lichtsteiner su cross di Riise. Sul dischetto Borriello: palla da una parte, Berni dall’altra. La reazione biancoceleste è immediata e i giallorossi vengono ripagati della stessa moneta: è il 12′ quando Zarate salta Juan in area, il brasiliano lo atterra e Bergonzi decreta il secondo rigore della partita. Calcia Hernanes: come sopra, palla da una parte e Julio Sergio da quella opposta. Nella fase centrale continua a essere più evidente la pressione ospite ma la Lazio paga la mancanza di concretezza sottoporta. E’ il 33′, alla Roma basta una giocata: Menez attacca tra le linee, Radu lo contrasta ma serve inavvertitamente Simplicio che, vinto il rimpallo, conclude in maniera vincente dagli 11 metri. Reja gioca il tutto per tutto inserendo Floccari e Mauri ma gli ospiti riescono solo a sfiorare la rete con i neoentrati. Il triplice fischio libera l’esultanza del tifo capitolino e dei calciatori giallorossi: De Rossi alza la mano e segna con le dita il quattro. Perchè è il quarto derby di fila vinto dagli uomini di Ranieri.
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