Puntate di quasi 10 volte più del normale hanno insospettito gli investigatori, ed anche gli stessi bookmaker, tanto da aprire delle inchieste su uno dei mali che il calcio proprio non riesce a scrollarsi di dosso: le scommesse. Da un lato ci sono quelle legali, anche se non andrebbero fatte, e cioè quelle dei dirigenti e calciatori convinti in buona fede di sapere il risultato di una partita della propria squadra, ma che la maggior parte delle volte perdono la scommessa; dall’altro ci sono vere e proprie truffe per cui è previsto anche il carcere. Ed è di questo che si parla oggi.
Nel mirino sono finite alcune partite di Coppa Italia e Serie B, in particolare Bari-Livorno finita 4-1 e Albinoleffe-Piacenza 3-3. Ad attirare l’attenzione dei bookmaker, che correttamente hanno segnalato l’anomalia alle autorità, sono alcune puntate considerate “strane”, in base alla quantità di giocate e all’ammontare. Basta dire che una partita di Coppa Italia come Bari-Livorno, che mediamente attira 2-300 mila euro di scommesse in tutta Italia, a dicembre ne ha portate 1,6 milioni, ed in particolare in zone della Toscana in cui di solito le puntate sono medio-basse.
Una volta trovato l’accordo con i calciatori, sono partite le scommesse anomale
ha spiegato Ivan Babic, impiegato di Skysport365, un sito di scommesse tra quelli presi di mira dagli scommettitori illegali, intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ora sono state avviate le indagini, ma certo è che sembra davvero difficile estirpare questo cancro che nel calcio italiano (e non solo) dura ormai da oltre 40 anni.