Anno nuovo, Premier vecchia. Il 2011 si apre come si era chiuso il 2010, con le due squadre di Manchester che, seppur arrancando, conquistano i tre punti, ed il Chelsea che denuncia i soliti limiti difensivi, una squadra fortemente dipendente da Drogba, ma soprattutto che non riesce a far punti.
Ma iniziamo dalla fine, e cioè dal posticipo di ieri sera contro l’Aston Villa. Gli ospiti erano in piena crisi, ad un punto dalla retrocessione, ma il Chelsea di quest’anno è pieno di sorprese, purtroppo per i suoi tifosi tutte negative, e dunque c’è ben poco da stare allegri. Va in vantaggio la squadra di Ancelotti grazie ad un rigore di Lampard, ma viene raggiunta quasi immediatamente da un altro rigore, stavolta di Young. Nella ripresa uno svarione difensivo dei Blues regala il vantaggio agli ospiti, ma nel finale esce l’orgoglio della grande squadra e negli ultimi 5 minuti i londinesi pareggiano e risorpassano l’Aston Villa. E proprio mentre tutti già festeggiavano i tre punti arriva la beffa. E’ il 92′ quando l’ennesimo svarione difensivo consente a Clark di pareggiare e lasciare così il Chelsea con una sola vittoria nelle ultime 7 partite che ormai significa quinto posto, sorpassato anche dal Tottenham.
Come dicevamo, le due squadre di Manchester volano e ormai si giocano il vertice con l’Arsenal. Comincia lo United con un super Rooney (un gol e un assist per lui), che anche infortunato resta in campo per conquistare la vittoria contro il West Bromwich; risponde il City a cui basta una rete di Johnson per avere la meglio contro il Blackpool e rimanere agganciati in vetta ai cugini, ma con due partite in più. Due punti più sotto troviamo l’Arsenal che sotterra il Birmingham e dà vita ad un emozionante volata scudetto.
L’unica novità del 2011 è rappresentata dal Liverpool, che inizia come al solito, e cioè andando sotto ad Anfield contro il Bolton, ma una volta tanto mostra l’orgoglio e prima con Fernando Torres e poi in pieno recupero con Cole riesce a ribaltare il risultato e ad allontanarsi, forse definitivamente, dalla zona retrocessione. Almeno finché il fantasma del Liverpool 2010 non tornerà a farsi vivo.