Diciamolo chiaramente l’esperienza di Zlatan Ibrahimovic a Barcellona è stata un grande flop. In parte non è nemmeno dovuto a lui ma alla sua ex-squadra: l’Inter senza di lui è riuscita a vincere tutto.
Sbarcato in Catalogna per Samuel Eto’o più 40 milioni di euro, non è mai riuscito a far dimenticare il camerunense nonostante i 16 gol segnati nelle 29 partite giocate. Non è mai entrato nei meccanismi della squadra, tanto è vero che Guardiola lo ha lasciato fuori in tutte le partite decisive che hanno segnato il fine stagione.
E Ibra non deve aver gradito molto la scelta, tanto è vero che aveva minacciato i dirigenti del Barcellona di non firmare il contratto che lo avrebbe legato al Milan se non avessero riportato a Guardiola il seguente messaggio:
Ciò che devo dirgli è che qui in Catalogna no, perché non posso, ma se lo incontro in un altro posto d’Europa lo lascio knock-out.
Tutti i commentatori si sono subito affrettati a precisare che queste parole non devono essere prese in senso letterale, che il Ko che intendeva Ibra era sportivo – nel senso che il Milan avrebbe battuto il Barça.
Ma al di là delle interpretazioni che si possono dare a questa dichiarazione, appare evidente che il rapporto tra lo svedese e Guardiola si era completamente rovinato. E che altri componenti del club non dovevano vedere di buon occhio lo svedese.
Lo si capisce dalle dichiarazioni di Sandro Rosell, il presidente dei campioni di Spagna, che recentemente è ritornato sulla faccenda che aveva portato Zlatan al Milan – con un prestito con opzione di acquisto obbligatoria per la somma di 24 milioni di euro:
La mia decisione migliore è stata quella di vendere Ibrahimovic. Per noi è stato un disastro dal punto di vista economico, ma aveva uno stipendio elevato ed era impossibile guadagnare di più dalla sua vendita. E’ stato un eccellente trasferimento per la squadra e io ne vado molto fiero.