L’estate del 2008 è destinata ad entrare negli annali del calcio per gli ex Palloni d’Oro che hanno cambiato maglia. Dopo Ronaldinho e Shevchenko, entrambi accasatisi al Milan, è ora la volta di Rivaldo (che col MIlan ha avuto a che fare qualche stagione fa), passato dall’AEK Atene al PFC Bunyodkor.
Il nome non sarà nuovo a coloro che hanno seguito questo bollente calciomercato estivo, visto che la squadra uzbeka aveva già tentato, senza fortuna, di ingaggiare Samuel Eto’o. L’offerta per il camerunense era di quelle da leccarsi i baffi, tanto che in molti si erano meravigliati nel vedere la stella del Barcellona rifiutare un così alto ingaggio (si parlava di 40 milioni per una sola stagione!).
Ma morto un papa se ne fa un altro, e gli uzbechi hanno tentato con il brasiliano, che non ci ha pensato due volte ad accettare un ingaggio da nababbo per terminare la carriera in modo degno (almeno sotto il profilo economico).
Chiedo perdono ai tifosi dell’Aek ma non posso rifiutare una proposta del genere. E’ stata una decisione dura da prendere ma a fine carriera non potevo non darvi seguito.
Beh, immaginiamo quanto sia stato difficile accettare… Andiamo ragazzi, ormai nel calcio sono tutti mercenari e l’unica cosa che conta realmente sono gli zeri in fondo al contratto. Lo stesso Rivaldo aveva giurato eterna fedeltà all’Olympiakos Pireo, squadra che gli ha dato un’occasione di riscatto dopo il mezzo flop al Milan e la parentesi al Cruzeiro. Diceva di voler terminare la carriera con quella casacca, salvo poi finire proprio ai rivali dell’Aek.
Non c’è da sorprendersi dunque se dopo un solo anno con la nuova maglia, ora Rivaldo abbia deciso di inseguire l’occasione della vita, l’ultima di una carriera che ha conosciuto momenti di gloria e periodi di inspiegabile appannamento.
E’ stato un grande, ha vinto tutto quello che c’era da vincere sia con la maglia dei club (Palmeiras, Barcellona, Milan, Olympiakos) che in nazionale (Confederation Cup, Coppa America, Campionato del Mondo), collezionando anche un gran numero di trofei individuali, tra cui il Pallone d’Oro.
Ora va ad isolarsi in un campionato fuori dal mondo, ma il fondo la vetrina ad uno come lui non serve più. Meglio i soldi, no?