Il 23 dicembre sarà una data storica per il Bologna, dato che rimarrà nella memoria dei tifosi come il giorno in cui la squadra è stata salvata dal fallimento. La cordata di imprenditori bolognesi che fa capo a Massimo Zanetti, proprietario della Segafredo, acquisirà il 100% delle quote societarie (80% dal recalcitrante Porcedda e 20% dai Menarini che hanno già annunciato di voler lasciare il calcio).
Come spiega lo stesso Zanetti, la società non sarà gestita come una normale squadra di calcio, ma in un modo nuovo, manageriale. Cosa significa questa definizione lo si comincia ad intuire guardando l’organigramma. Zanetti infatti avrà in mano soltanto il 30% delle quote societarie, mentre il restante 70% sarà in mano ad altri soci minori.
Secondo un’idea che sta circolando da qualche giorno, il presidente nominato della società potrebbe essere un bolognese doc che segue la squadra ormai da mezzo secolo, soffrendo in tribuna più di quanto non fanno i presidenti navigati di serie A. Si tratta di Gianni Morandi, che da sempre è stato vicino alla società. Da quanto si intuisce, pare che ci sia anche lui tra gli “imprenditori minori” che detengono il 70% delle quote.
Dal punto di vista tecnico, troveremo come amministratore delegato ancora Marras, coadiuvato da Luca Baraldi come direttore generale, con Arrigo Sacchi e Lele Oriali come consulenti tecnici. Ma una cosa è certa: il Bologna può dormire sonni tranquilli perché Zanetti ha promesso di metterci tutti i soldi necessari per evitare che la squadra rischi nuovamente il fallimento.