Con le cessioni dell’hotel Cicerone, della tenuta di Leprignana, del palazzo WFP e del Corriere Adriatico, oltre che quella del calciatore Antonio Cassano, la società giallorossa sembrava aver risolto i problemi economici.
Le cessioni degli scorsi anni hanno portato la holding di famiglia ad indebitarsi per 343 milioni di euro, che diventano 370 nel complesso, compresi interessi e affini. La Italpretroli (di cui Franco Sensi è l’azionista di maggioranza) è in forte perdita, e la Unicredit gli ha dato 3 mesi per presentare un nuovo dettagliato piano di risanamento.
Il problema è che per la società giallorossa c’è anche una questione affettiva, e il presidente non vorrebbe privarsene, se non cedendola ad un altro imprenditore che possa mantenere la squadra ai livelli in cui è adesso. Preferibilmente dovrebbe essere italiano.
L’unica possibilità concreta però proviene da un fondo americano per cui sta trattando Jeff Slack, ex manager dell’Inter, che sembrerebbe intenzionato a presentare un’offerta tra pochi mesi. E allora per i Sensi, dovendo scegliere tra il fallimento e il cuore, sarà difficile dire di no.