Piove sul bagnato a Bologna. La squadra è stata penalizzata di un punto – scendendo così in classifica da 14 a 13 punti – perché non ha dimostrato di aver pagato l’IRPEF nei mesi di maggio o giugno del 2010.
La decisione è arrivata dalla Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC. Lo stesso organo si è occupato anche del deferimento – fatto dalla Procura federale – di Sergio Porcedda e Silvino Marras, ovvero il presidente e l’amministratore delegato del Bologna calcio. E ha stabilito di infliggere 6 mesi di inibizione ai due soggetti.
E ora il Bologna calcio rischia altri due punti di penalizzazione per il mancato pagamento delle ultime mensilità di stipendio. Ma c’è di più. Sulle pagine di Bologna di alcuni quotidiani si parla di tre milioni di euro usciti dalle casse del Bologna per finire in una società di Porcedda.
Non è il solo versamento su cui si nutrono dei dubbi. Ce n’è anche uno di sette milioni ad una società dei Menarini. Per ora non ci sono nomi sul registro degli indagati, né ci sono fascicoli d’indagine aperti, o nuove ipotesi di reato – oltre al fascicolo già esistente per truffa a seguito della denuncia di Porcedda.
Gli inquirenti mantengono sul caso uno stretto riserbo, anche se – ovviamente – traspare un certo interesse per la questione. Anche perché i segnali sono chiari: il presidente finora non ha pagato gli stipendi, ha fatto ricorso a strani personaggi come il broker Antonio Carbone per ottenere fidejussioni che poteva chiedere alle banche – ma ci vogliono soldi buoni -, non ha pagato le quote ai Menarini. E il 21 ottobre il tribunale di Bologna ha emesso uno sfratto esecutivo nei confronti del club per il centro di Casteldebole. Il motivo? Per morosità. Secondo voi cosa si può pensare?
Pensate poi che Sergio Porcedda ha deciso di vendere la società, ma vuole una buonuscita. Sembra che si parli di una cifra tra i 3 e i 5 milioni di euro.