Anticipo della tredicesima giornata di serie A.
Stadio Ferraris, Genova:
Genoa-Juventus 0-2
Reti: 18′ pt Marchisio (J), 23′ pt Krasic (J)
L’addio a Gasperini e il conseguente approdo di Ballardini sulla panchina del Genoa è coinciso con due vittorie su due partite e sei punti in cascina. Gli ultimi tre conquistati a Cagliari (esonero di Bisoli, i sardi a Donadoni) con cinismo e merito eppure quella contro la Juventus aveva ovviamente il sapore di una sfida decisamente diversa. Oltre a tutto il resto – blasone, ambizioni, rosa – diversa anche perchè la Juventus era reduce da una striscia positiva di otto partite nel corso delle quali si sono visti parecchi progressi.
In mediana ma soprattutto in difesa. Un denominatore che ha accomunato i due tecnici è legato alla impossibilità di scegliere: molte delle opzioni, infatti, sono sembrate obbligate per la serie di assenze con cui Ballardini e Del Neri hanno dovuto fare i conti. Nel 4-3-1-2 dei Grifoni, Toni e Mesto hanno avuto il compito di finalizzare il gioco mentre Veloso ha agito nel doppio ruolo di incontrista e incursore. Il classico 4-4-2 bianconero ha visto Iaquinta e Quagliarella in attacco, conferme a centrocampo dove Krasic torna a occupare il posto in fascia.
Nonostante il buono stato di salute di entrambe, la prima parte di gara – che ti aspetti equilibrata – fa registrare un dominio bianconero evidente. Non solo per il doppio vantaggio conseguito dagli ospiti ma anche per la capacità della Juventus di controllare la partita in ogni frangente. Subiscono poco, Chiellini e compagni, e quando affondano fanno male. Eccezion fatta per un paio di lampi di Toni (al 4′, uscita in anticipo di Storari; al 20′, rasoterra di sinistro che costringe il bianconero all’intervento in tuffo) e per una clamorosa traversa colpita da Criscito (28′ il difensore calcia di sinistro con tutta la potenza: legno pieno), sono gli uomini di Del Neri a rendersi spesso pericolosi.
Iaquinta e Krasic vanno al tiro da distanza ravvicinata (tra il 9′ e il 12′) ma non centrano lo specchio, al 18′ passano gli ospiti. Cross dalla destra di Krasic, sponda di Quagliarella per Marchisio che calcia a rete: appena dopo il tiro, succede in sequenza che il pallone prima trova la deviazione di Dainelli, poi colpisce il palo, quindi sbatte sulla testa di Eduardo e finisce in gol. Non impeccabile, senz’altro, Eduardo che – nonostante la sfortuna della serie di rimpalli – è sembrato indeciso. Lo si dice anche perchè il portiere non sembra esente da colpe neppure in occasione del raddoppio bianconero. Arriva al 23′, porta la firma di Krasic: l’esterno si libera di Criscito, e calcia a rete con un diagonale che trafigge Eduardo. Nelle fasi centrali ancora Krasic e Marchisio più volte al tiro: palla sempre a lato.
Nella ripresa Ballardini opta per un doppio cambio: dentro Destro e Kharja, fuori Mesto e Ranocchia. Sono in ogni caso gli avversari – identico undici iniziale – a cercare il gol con maggiore insistenza nei primi minuti: all’8′ diagonale di Aquilani con la sfera che sfiora il palo alla destra di Eduardo. I rossoblu tornano pericolosi tra il 15′ (Dainelli di testa, alto sopra la traversa) e il 22′ (inzuccata di Toni, idem come prima). Archiviata la mezz’ora, solo Genoa: al 31′ Storari si deve superare per respingere un tiro di Kharja, al 33′ è Destro a gelare l’estremo di casa concludendo a lato di pochissimo, al 39′ ancora Kharja dal limite e seconda traversa rossoblu. L’ultima emozione sta ancora nel duello tra Kharja e Storari ma è ancora il portiere bianconero (46′) ad avere la meglio.
OMG 21 Novembre 2010 il 16:06
Nel primo tempo la Juventus ha fatto una partita quasi perfetta.
Nel secondo tempo, ovviamente, il Genoa ha cercato il goal e quindi la squadra bianconera ha creato meno ma comunque non ha quasi mai corso reali pericoli.
La mia analisi dei calciatori juventini:
Storari: sempre attento, è quasi un peccato doverlo far stare in panchina quando tornerà Buffon.
Chiellini: ormai neanche vale la pena più giudicarlo.
Bonucci: davvero buona partita oggi, qualche ottimo anticipo e soprattutto non si è fatto mai trovare fuori posizione (come è accaduto più di una volta nel recente passato), poi ha dei piedi assurdi, come ha detto anche Bergomi nel pregara, è troppo forte tecnicamente per giocare in difesa
Grosso: buona partita, nulla di più
Motta: una vera pippa, non passa la palla quando la deve passare, lo saltano cani e porci e non ci capisce niente la maggior parte delle volte.
Melo: in questo momento è il miglior incontrista in Europa, forza fisica mostruosa, qualche giocata e lanci di 50 metri sui piedi dei compagni… siamo sicuri che sia lo stesso calciatore dello scorso anno?
Aquilani: se Melo è il miglior incontrista lui è uno dei migliori creatori, ha un intelligenza di gioco stupefacente, sempre con i tempi giusti e mai banale, alcuni fraseggi nello stretto con Melo e un paio di tocchi di classe (come il tacco a volo al limite dell’area) impreziosiscono ancor più la sua prestazione.
Krasic: troppo veloce per gli avversari…….
Marchisio: non sbaglia praticamente mai, sicuramente non crea il caos che crea il biondo dall’altra parte del campo ma è sempre al posto giusto al momento giusto.
Quagliarella: qualche buon dribbling, qualche tentativo, nulla di speciale ma partita passabile.
Iaquinta: ecco l’altra pippa dopo Motta, sbaglia veramente troppo, una prima punta con le sue caratteristiche ma superiore qualitativamente ne farebbe almeno due a partita.
Sorensen: questo qui ha 18 anni? è fortissimo, vale 30 Motta. In fase difensiva è perfetto per un classe ’92, forse deve avere un pò più di coraggio nello spingere sulla fascia quando c’è da farlo.
Sissoko: purtroppo non è più la piovra, mediocre.
Salihamidzic: ha giocato troppo poco per essere giudicato