Dopo i disastri delle scorse partite, gli arbitri italiani riescono a spuntare una sufficienza piena in questa giornata. In alcune partite sono davvero eccellenti, in altre cadono sempre negli stessi errori. La gara che ha fatto, e probabilmente farà discutere ancora a lungo, è come sempre Juventus-Roma. Rizzoli la dirige abbastanza bene, ma ci sono due episodi nell’area bianconera da valutare attentamente.
Il primo, in ordine di tempo, è un calcio di rigore mancante alla Roma. Mexes entra in area, finta il tiro e Chiellini si lancia per ribatterlo. L’intenzione non è di toccare l’avversario ma di respingere l’eventuale tiro. Il problema è che involontariamente il difensore bianconero tocca quello romanista. Mexes poi, come spesso accade, accentua la caduta come se gli avessero sparato, e questo forse porta l’arbitro a pensare ad una simulazione o ad un contrasto accentuato, ma fischiare il rigore non sarebbe stato sbagliato.
Successivamente il rigore viene dato, e secondo il regolamento ci sta tutto visto che Pepe colpisce il pallone con un braccio largo a seguito della punizione di Totti. Ma appena 3 giorni prima Boateng aveva toccato il pallone alla stessa identica maniera, con l’aggravante che lo juventino si era girato di spalle, mentre il milanista aveva allargato il braccio per bloccare il pallone di fronte. In quell’occasione il rigore non è stato concesso, quindi ci vorrebbe più uniformità di giudizio, perché altrimenti andiamo tutti nel caos.
L’arbitraggio peggiore di giornata va a Mazzoleni, che in una gara piuttosto facile, Udinese-Lecce, concede due gol in fuorigioco ai friulani (il primo e l’ultimo) e non concede un rigore al Lecce per un evidente fallo su Jeda sul 2-0. Il risultato non sarebbe cambiato, ma l’errore resta.
Infine da segnalare 3 minuti di black-out nella testa del signor Brighi in Bari-Parma. Sul finire del primo tempo concede un rigore a Barreto che a velocità normale sembra esserci, ma al replay si vede come il calciatore cominci a cadere ancor prima di essere toccato. Nulla da dire sulla concessione del penalty, ma essendo chiara occasione da gol (l’attaccante era a 2 metri da Mirante), poteva esserci l’espulsione, o almeno l’ammonizione per Dzemaili, visto che non era ultimo uomo. Ma non finisce qui. Al momento di calciare il penalty, sono 3 o 4 i calciatori in area, tra cui Paci addirittura più avanti di Parisi che lo stava tirando. Era uno dei casi più evidenti in cui far ripetere il rigore, ma l’arbitro ha lasciato proseguire.
Per il resto, corretto il calcio di rigore che ha deciso il derby e, per una volta, esatta anche la gestione dei cartellini in tutte le gare, con espulsioni arrivate tutte al momento giusto.