Ancora una volta la classe arbitrale si dimostra molto preparata, ma pecca sempre sullo stesso punto: la mancanza di uniformità. E’ evidente che, se i direttori di gara continuano ad arbitrare in questo modo, la tecnologia servirà solo per i gol fantasma, perché sui fuorigioco sono perfetti nel 99% delle circostanze. E nessuna tecnologia al mondo potrà mai sostituire l’arbitro nell’assegnare un calcio di rigore.
E così capita che l’Inter porti a casa un punto grazie ad un rigore che non solo non c’era, ma che lo stesso Eto’o che se l’è procurato ha ammesso non ci fosse; capita che la Lazio perda il derby per un rigore netto non dato a Mauri per trattenuta di Riise a meno di un metro dalla porta (ci stava l’espulsione), e capita che il secondo rigore assegnato alla Roma ci sia, ma pochi secondi prima Baptista era entrato in area commettendo fallo su Lichtsteiner.
Un altro errore piuttosto grave capita in Bari-Milan, quando sullo 0-2 non si capisce come faccia il signor Bergonzi a non fischiare il fallo di Abbiati che precipita a valanga su Barreto, stendendolo chiaramente in area. La gara si sarebbe potuta riaprire, e con il gol di Kutuzov nella ripresa forse adesso staremmo parlando di un’altra partita. Regolare invece il rigore assegnato alla Juventus, con Pellegrino che trattiene Bonucci impedendogli di saltare, mentre sarebbe irregolare, ma molto difficile da valutare persino con le telecamere, la rete dell’1-0 del Bologna sul Lecce, pervenuta in un’azione avviata in fuorigioco millimetrico. Gli emiliani poi segneranno il secondo gol che scaccia tutte le polemiche.