Anticipo della nona giornata di serie A.
Stadio Marassi, Genova:
Genoa-Inter 0-1
Rete: 47′ pt Muntari (I)
Un problema alla coscia per Cambiasso: è il 19′ e gli interisti già sono con le mani nei capelli. Perchè era al rientro, perchè martedì è ancora Champions League e perchè – in fondo – il professore non è uno qualunque. Benitez lo aveva schierato tra i titolari (da segnalare la presenza di Milito, rientrante, in panchina) e pensava di averlo recuperato. Invece la gara dell’argentino dura 19′: il tempo di lanciare in profondità Coutinho (3′, il 18enne non ci arriva), riprendere dimistichezza con gli scarpini e avvertire un fastidio alla coscia.
Fuori Cambiasso, dentro Muntari: qualcuno avrà messo, per la seconda volta, le mani nei capelli ignorando quel che lo sviluppo dei minuti non aveva ancora reso evidente. Non che il ghanese avrebbe inciso in maniera determinante (gli è già successo altre volte): semmai, che potesse farlo in senso positivo. Il Genoa schierato da Gasperini è squadra che tiene conto di se stessa, al di là dell’avversario: spregiudicati, i Grifoni, in barba alle assenze (Palacio, Palladino, Sculli). Consueto 3-4-3 con Toni, Milanetto e Mesto in attacco. Non cambia neppure l’ex Liverpool: 4-2-3-1 con le novità Santon e, appunto, Cambiasso.
Le prime fasi di gioco sono di assestamento: si contano più passaggi sbagliati che assist filtranti. Più palle perse che conclusioni a rete. Più scivolate a causa del terreno insidioso che interventi risolutori. Il primo acuto arriva al 12′: Biabiany si libera di due avversari e mette in mezzo, Sneijder calcia rasoterra e costringe Eduardo all’intervento in due tempi. La replica dei rossoblu è immediata: passano 2′ e Toni, noncurante di Lucio, conclude a rete in diagonale. Julio Cesar mette in angolo. Più Genoa nella parte centrale: al 23′ ancora Toni al tiro ma l’estremo ospite deve solo bloccare un pallone lento e centrale; al 40′ Rossi si divora l’occasione più ghiotta spedendo fuori un rigore in movimento. Sul versante opposto del campo, Eduardo decisivo su Coutinho (28′), Kaladze (quel tocco di derby è sensazione che stimola ancora il georgiano) abile a controllare Biabiany e se, per una volta, Eto’o sembra in giornata no diventa quasi impossibile muovere critiche. Poi, Muntari.
Al 30′ ottimo taglio per il camerunense, tiro da dimenticare. Al 2′ di recupero, snistro di potenza con rimbalzo beffardo appena davanti a Eduardo: l’intervento del portiere genoano resta goffo e, in ogni caso, inutile. Si va negli spogliatoi con l’Inter in vantaggio. Nella ripresa, il boato del Marassi arriva al 19′ (che gli ha fatto, la società interista, al numero 19?). Non è il gol del pareggio ma l’uscita di Julio Cesar per infortunio riporta in campo l’ex blucerchiato Castellazzi. I fischi li hanno sentiti anche a La Spezia.
Appena prima, ancora Muntari (10′) aveva liberato Biabiany per il tiro, Eduardo tempestivo nell’uscita. Di Toni (18′, palla fuori), Criscito (32′, a lato di un soffio) e Boyake (44′, alto sopra la traversa) le occasioni migliori costruite dai padroni di casa. Che, una volta di più, hano capito quanto sia difficile – di rimando, da dove nasca la sua compattezza – fare gol all’Inter anche quando i nerazzurri non brillano.