Il futuro di Ricardo Kakà rischia di diventare una vera e propria telenovela. Fino a qualche giorno fa il giocatore sembrava destinato – almeno a dare retta agli articoli del Corriere dello Sport – all’Inter.
Ora la situazione si è fatta decisamente più complessa. Il sito spagnolo Sport.es propone una lista di pretendenti al fuoriclasse brasiliano composta da Milan, Chelsea, Manchester City e Liverpool – l’ultimo nome sembra una bufala.
L’Inter non è stata inclusa nella lista probabilmente perché il suo presidente Massimo Moratti ha recentemente smentito ogni contatto con il giocatore. Le sue parole sembrano un po’ la storia della volpe e dell’uva: il papà manager di Kakà è venuto più volte a Milano – sembra che l’ingegner Bosco abbia attività immobiliari in Brianza -, ma si è fermato unicamente nella sede dei rossoneri in via Turati.
Il motivo? Secondo Ariedo Braida, per i pochi che non lo conoscono si tratta del direttore sportivo dei rossoneri,
sarebbe rimasto un bellissimo rapporto di amicizia col Milan
Parole che trovano conferma nel “Forza Milan!” con cui, qualche giorno fa, ha gratificato i tifosi rossoneri sul suo account Twitter.
Non è difficile immaginare che in caso di cessione del fuoriclasse brasiliano il club rossonero sia in pole position. Il concorrente più pericoloso, più che l’Inter, rischia di essere il Chelsea di Carlo Ancelotti, l’allenatore che lo ha consacrato.
Il momento per Kakà è difficile da molti punti di vista… Il quotidiano brasiliano Agora Sao Paulo afferma che il calciatore starebbe pensando ad abbandonare la Chiesa Evangelica. Dietro a questa scelta non ci sarebbero problemi di fede, Kakà potrebbe abbandonare la Chiesa Renascer em Cristo per il modo in cui è stata amministrata.
Negli ultimi tempi sono crollati i tetti di due chiese, a Mooca e Cambuci. Nel primo caso non ci sono stati feriti, nel secondo sono morte nove persone – mentre altri 106 fedeli sono stati feriti.
Sono solo due dei tanti episodi dubbi che hanno coinvolto alcuni esponenti di questa Chiesa: alcuni anni fa dei ministri del culto erano stati coinvolti nel contrabbando di valuta.