E’ un fiume in piena Silvio Berlusconi quando si parla del suo Milan, anche più di quando si parla di politica o di economia. Il Premier, durante un dibattito tenuto ieri in occasione della festa dei giovani del Pdl, ha momentaneamente messo da parte la sua ironia per scagliarsi contro l’arbitro Carmine Russo che ha diretto Cesena-Milan, reo a suo dire di aver condizionato il risultato.
A Cesena il Milan ci ha dato dei dolori, ma non ha giocato male. Il problema è che spesso il Milan si imbatte in arbitri di sinistra.
Ormai questa fobia delle persone di sinistra ha invaso così tanto la mente di Berlusconi che le vede dappertutto. I magistrati che indagano su di lui sono di sinistra, i giudici che lo condannano sono di sinistra, ed ora anche gli arbitri che fischiano contro il Milan sono degli acerrimi comunisti. Ma cosa ha contestato Berlusconi? A suo dire sono stati negati ben tre gol alla sua squadra.
Andando a rivedere la partita però, si nota che le reti annullate sono state soltanto due, di cui una non si può nemmeno definire tale in quanto Pato, nonostante la segnalazione di fuorigioco fosse effettivamente errata, ha segnato a gioco fermo, senza l’opposizione degli avversari. Il secondo gol, annullato sempre al brasiliano, era effettivamente da annullare in quanto è stato evidente il controllo con il braccio. Tra l’altro, ciliegina sulla torta, il Corriere della Sera è andato ad indagare a Nola, città dove il signor Russo risiede, e ha scoperto che le sue simpatie politiche si orientano proprio verso il partito del Presidente del Consiglio.
Chissà, forse Berlusconi è stato tratto in inganno dal cognome del direttore di gara, pensando che fosse comunista, ma intanto è meglio che lasci stare il calcio a chi ne capisce molto di più come il suo allenatore che ha dato la colpa della sconfitta non all’arbitro ma ai suoi stessi giocatori che di sacrifici non ne vogliono proprio sentir parlare. Questo è calcio, tutto il resto sono solo polemiche da bar.
Pirla bau bau 13 Settembre 2010 il 13:29
Il Nano é sempre più perdente