Il calcio scende in campo per difendere i diritti umani, i diritti delle donne nel caso specifico. In particolare lo fa la Roma, che con una serie di gesti ha voluto manifestare la propria solidarietà a Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e concorso in omicidio del marito.
Un caso che sta scuotendo l’opinione pubblica italiana (e non solo) e che ha toccato la sensibilità del capitano della Roma Francesco Totti, che proprio ieri ha fatto recapitare un mazzo di rose rosse in Campidoglio, affinché venissero poste sotto la foto della donna. Stesso gesto da parte di Rosella Sensi, che ha fatto recapitare un mazzo di gladioli rosa, mentre la società giallorossa ha scelto dei lilium arancioni per manifestare la propria vicinanza alla donna detenuta in un carcere iraniano e prossima alla morte.
Cosa c’è di male nel sostenere i diritti delle donne? Nulla, ma in Iran non la vedono in questa prospettiva ed anzi ritengono che la Roma stia interferendo con la politica locale. Ed è per questo che l’agenzia di stampa di Teheran, l’Irna, ha pubblicato una nota in cui annuncia il boicottaggio all’AS Roma per un mese, motivando così la decisione:
Il club italiano ha dato sostegno alla donna iraniana condannata dal sistema giudiziario, aprendo un nuovo capitolo di interferenza politica negli affari sportivi, ispirato dagli Stati Uniti. Questo gesto arriva mentre le istituzioni sportive internazionali come la Fifa ed il Cio hanno sempre sottolineato l’indipendenza dello sport e minacciato boicottaggi nel caso in cui i governi interferissero negli affari sportivi. In Italia farebbero meglio, invece di interferire nelle questioni politiche, a guardare alle violazioni dei diritti umani in alcune nazioni europee.
Sul sito dell’Irna, dunque, per un mese non si parlerà della Roma: al di là di ogni considerazione di carattere politico-culturale, i tifosi giallorossi riusciranno a farsene una ragione?
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