I tifosi rossoneri si esaltano alla presentazione della squadra: esultano quando arrivano i calciatori, osannano Galliani e Allegri, condividono la scelta di puntare sui giovani, ma si arrabbiano, e non poco, all’arrivo di Berlusconi. Il grido principale, oltre alla contestazione della tessera del tifoso, è stato “noi vogliamo un presidente”, per contestare le scelte del Premier di non spendere un euro per la campagna acquisti che non sia guadagnato dalla cessione di un calciatore.
L’anno scorso andò bene con la cessione di Kakà che portò soldi freschi, ma se quest’anno non ci sono campioni da cedere, si prospettano tempi duri per i tifosi rossoneri. Ma a Berlusconi poco importa, e nella conferenza fa finta di nulla, tirando fuori la solita carta dei trofei vinti, quella del Milan squadra italiana più famosa nel mondo, e le solite “vanterie da bar” che ormai ci propina ogni anno.
Sorprendentemente però questa volta il patron del Milan si sbilancia, e rilascia anche dichiarazioni che fanno un po’ di luce sul mercato rossonero: Ronaldinho rimane fino a quando non si ritira; Ibrahimovic è stato molto vicino ai rossoneri, ma “non si sarebbe trovato bene nel gruppo” (tradotto: non se ne fa più nulla), Gattuso ha il suo apprezzamento, ma se se ne vuole andare non faranno di tutto per trattenerlo.
Non mancano poi le solite esagerazioni berlusconiane che vanno dal miliardo di euro speso per il Milan negli ultimi 25 anni (difficile da valutare) alla magnificenza di Papastathopoulos che “ha fermato Messi”, come se ciò bastasse a fare di lui il più grande difensore al mondo, fino agli immancabili giudizi estetici, come quello per Yepes definito
bellissimo, farà innamorare tutte le nostre tifose.
Insomma, alla fine chi si aspettava un Berlusconi infastidito dalle contestazioni è rimasto deluso, ha fatto finta di niente e si è dimostrato, ancora una volta, il solito showman, anche se per i suoi tifosi rimane ancora un “presidente invisibile, assente ingiustificato”.
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