Se l’Italia è uscita delusa dalla kermesse sudafricana, l’italiano più rappresentativo in terra inglese non se la passa meglio, dopo la cocente eliminazione di ieri per mano della Germania. Fabio Capello era stato chiamato ad allenare la nazionale dei Tre Leoni dopo la mancata qualificazione agli Europei del 2008 ed era stato subito accolto come il salvatore della patria. Nulla da dire sul cammino di qualificazione, che avrebbe fatto immaginare un mondiale da protagonista per l’Inghilterra, con la speranza di riportare la Coppa a casa dopo ben 44 anni di digiuno.
Ma l’Inghilterra ammirata in Sudafrica non è mai riuscita ad entusiasmare, impattando le prime due gare con Usa ed Algeria e vincendo di misura con la Slovenia. Male anche negli ottavi, dove si è subito trovata di fronte la Germania, subendo una clamorosa umiliazione, sebbene non solo per colpe proprie. Ed ora l’imputato numero uno è proprio Fabio Capello, incapace di motivare la squadra per portarla avanti nel torneo.
Don Fabio non vuol sentir parlare di dimissioni ed è deciso più che mai a continuare la propria avventura alla guida dell’Inghilterra:
Io voglio rimanere ct dell’Inghilterra, a questo punto è la federazione che deve decidere. Ho parlato stamattina con i vertici della Federazione, ho detto loro la mia intenzione di voler rimanere al mio posto, loro si sono presi un paio di settimane per decidere.
A detta di Capello, la causa della debacle è da ricercarsi nella lunga stagione della Premier League, che ha fiaccato i giocatori, togliendogli ogni energia. Una parte della responsabilità va anche alla terna arbitrale che ha diretto la gara di ieri, non convalidando un gol validissimo all’Inghilterra. Ma il popolo inglese non accetta scuse ed ora vuole la testa di Capello. La stampa d’oltremanica questa mattina era tutta schierata contro Don Fabio, invitato ad andarsene ed a portare con sé i “giocatori perdenti”. Citiamo per tutti il commento del Daily Mirror:
Capello dovrebbe vergognarsi e dimettersi subito: guadagna 6 milioni di sterline l’anno, ma non vale un penny!
La fama di allenatore vincente finisce qui.
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