Sono italiana, me ne vanto e mi vergogno di fronte all’imbecillità (perché solo così si può definire) di alcuni miei connazionali. Mi scuseranno gli affezionati lettori di Calciopro, alcuni dei quali magari avranno dato la propria preferenza al Carroccio in sede di votazione, ma anticipo sin da ora che non è mia intenzione trasformare questo articolo in una tribuna politica.
Il mio disgusto nasce dalla radiocronaca di Italia-Paraguay andata in onda ieri sera dalle onde di Radio Padania Libera, durante la quale lo speaker di turno si è esibito in un tifo anti-azzurro senza precedenti. Alla rete del Paraguay il picco dell’esultanza, con tanto di ringraziamenti a Cannavaro per aver concesso all’avversario di colpire di testa. La notizia era giunta alle mie orecchie sin da ieri sera, ma solo oggi ho avuto modo di ascoltare la registrazione e non immaginavo certo che si potesse arrivare a tanto.
Forse dovrei fare come Lippi, che al termine della gara ha commentato con un secco “ma che cavolo me ne frega!”, ma non ce la faccio proprio a mostrare distacco per una mancanza di rispetto simile. Poi nel calcio ci può stare tutto, ci può stare anche che si tifi per la squadra migliore, che si speri che vinca lo spettacolo. Ci può stare che un italiano tenga per un club senza italiani e che dunque non si senta rappresentato dalla propria nazionale nella kermesse mondiale. Non lo condivido, ma ci può stare.
Quello che proprio non ci sta è che quattro imbecilli si mettano a tifare contro l’Italia (non per il Paraguay, ma a favore di tutte le squadre che giocano contro gli azzurri) solo perché rappresenta l’Italia Unita ed abbiano anche il coraggio di dichiarare “tifiamo per chi gioca meglio”.
Sarà che mi commuovo ogni volta che vedo il tricolore affiancato ad una manifestazione sportiva, sarà che non riesco a frenare il brivido alla schiena che mi coglie quando sento l’inno italiano (anche se suonato per una sfida a Braccio di ferro), sarà che l’Italia mi ha regalato emozioni sportive senza paragoni (non solo nel calcio), ma non riesco proprio a “fregarmene” come vorrebbe il ct di fronte a certe esibizioni di fanatismo ed ignoranza. E mi piacerebbe sapere dov’erano questi signori l’11 luglio del 1982, quando Dino Zoff sollevava la terza Coppa del Mondo, e dov’erano il 9 luglio del 2006, quando Cannavaro alzava il trofeo sotto il cielo di Berlino. Io ero ubriaca di gioia e orgogliosa di essere italiana!
Commenti (2)