Continua inarrestabile la marcia trionfale dell’Inter in tutte le competizioni in cui è impegnata: prima in campionato con sette punti di distacco dalla Roma e ormai proiettata verso un tricolore che ha il sapore della rivincita, dopo le voci maligne che la volevano vincente solo in virtù delle altrui disgrazie; ai quarti di Coppa Italia, dopo aver battuto la Reggina nel ritorno di giovedì a San Siro; qualificata da tempo per i quarti di Champions League che la vedranno impegnata contro il Liverpool. Il tutto grazie alla ampia rosa di campioni che il patron Massimo Moratti ha messo nelle mani di Mancini, per tentare il Grande Slam.
Può permettersi tutto lo squadrone nerazzurro, persino di perdere un nome di prestigio come quello di Adriano, ceduto in prestito al San Paolo in un’operazione che sapeva molto di “purché si tolga dalle scatole!”. E lo sapeva bene l’ex Imperatore quando è salito sull’aereo per Rio De Janeiro, in un viaggio che poteva significare l’addio al calcio europeo ed alle vetrine che contano veramente.
I primi tempi in Brasile non sono stati del tutto positivi: dopo le dichiarazioni di voglia di riscatto, aveva occupato le pagine dei giornali più per le sue vicende fuori dal campo che per le dimostrazioni di impegno a ritrovare la forma. I dirigenti del San Paolo continuavano a difenderlo, dichiarando che il giocatore era in vacanza e che avrebbe dovuto dimostrare il suo valore nel momento in cui sarebbe sceso in campo.
Ed eccolo qui il momento tanto atteso, dopo fiumi di chiacchiere e scommesse varie sul suo recupero. Il tecnico Muricy Romalho lo spedisce in campo dal primo minuto, nonostante non sia al top della condizione, con quella maglia numero 10 che impone responsabilità da leader.
Primo tempo opaco e la mente che torna agli ultimi trascorsi in maglia nerazzurra, quando proprio non c’era verso di metterla dentro. Ed al 22′ il Guaratinguetà è già in vantaggio grazie a Renato. Adriano si batte con orgoglio, ma ci vuole il the dell’intervallo per fargli ritrovare lo smalto perduto.
Secondo tempo: pronti via ed è 1-1 con un sinistro da fuori area su cui nulla può Fabio. Qualche altra occasione sciupata fino a dieci minuti dal termine, quando una punizione dai venti metri fa scattare il pubblico in piedi.
1-2 e doppietta per l’Imperatore che non vuole abdicare e che di certo comprerà un biglietto di ritorno per l’Europa!
2 commenti su “Adriano c’è: l’Imperatore non abdica!”