Due scudetti revocati, un anno di serie B, fior di campioni che hanno preferito trasferirsi in altri lidi, facendo la fortuna delle avversarie, umiliazioni ed accuse subite su tutti i campi d’Italia: questo ed altro ha provocato il ciclone Calciopoli in casa bianconera, tanto che ancora oggi se ne avvertono gli effetti. Luciano Moggi, ai tempi dello scandalo (ma anche in seguito a dire il vero), continuava a ripetere che non era l’unico responsabile e che tutte le società si dilettavano nell’arte della telefonata a questo o quel dirigente arbitrale, nella speranza di ricevere un buon trattamento. Parole vane: la Juve ha pagato, Moggi ha pagato, i tifosi bianconeri hanno pagato, mentre a distanza di qualche anno si scopre che Big Luciano non aveva tutti i torti quando affermava che il marcio era un po’ dappertutto.
Ed ora è il momento di chiedere il conto alla giustizia e la Juve non ha alcuna intenzione di stare alla finestra, aspettando lo scorrere degli eventi. La Juve vuole che chi ha sbagliato, riceva lo stesso trattamento, come ha fatto sapere oggi con un comunicato stampa:
Nel pieno rispetto delle attività riguardanti processi in corso, la Juventus valuterà attentamente con i suoi legali l’eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi. La Juventus confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d’altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006.
Non ci resta che attendere, nella speranza che chi ha imbrogliato paghi il proprio conto, come hanno fatto la Juve e le altre società coinvolte ai tempi dello scandalo in termini di punti e di credibilità.
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