Gli è capitata la compagine più abbordabile tra quelle rimaste a contendersi il massimo titolo a livello continentale, ma evintentemente per lui non è abbastanza, se è vero che sta cercando in tutti i modi di movimentare la vigilia. Parliamo di Josè Mourinho, mago dell’ars oratoria e specialista nel creare polemiche anche laddove non ce ne sono. Scusate la presa di posizione, ma mi sembra piuttosto curioso che un allenatore del suo calibro, alla guida di uno degli organici più completi a livello internazionale, tiri fuori la storia del doping per distogliere l’attenzione dal quarto di finale di Champions League.
Bersaglio delle sue critiche (e delle sue accuse) è il CSKA di Mosca, prossima avversaria dell’Inter in Champions. L’episodio al quale fa riferimento lo Special One è quello che ha visto coinvolti i giocatori Berezutski e Ignashevich, trovati positivi ad una determinata sostanza nel dicembre scorso e squalificati per una sola giornata:
C’è qualcosina di grigio nel cammino del Cska in Champions: se vanno due giocatori al controllo antidoping e gli trovano sostanza non permessa c’è qualcosina di grigio.
Pronta la risposta dei russi, sicuri della propria buona fede. A parlare per tutti è il tecnico Leonid Slutsky:
Il Sudafed non è nell’elenco delle sostanze proibite. Ignashevich e Berezutski erano stati squalificati per non aver rispettato il regolamento antidoping dell’Uefa.
Dove sta la verità? Forse un giorno lo sapremo, ma intanto ci corre l’obbligo di ricordare che il farmaco in questione altro non è che un decongestionante della mucosa nasale, vale a dire un normale palliativo contro il raffreddore (guaio abbastanza frequente nel periodo invernale, quando i giocatori del CSKA vennero colti in flagrante).
Quello che proprio non si capisce è il motivo per cui Mourinho abbia tirato fuori una simile polemica alla vigilia di una gara che per i nerazzurri non dovrebbe comportare rischi. Che abbia paura di uscire dalla Champions contro una outsider?