La storia si ripete. Dopo Euro 2004ed il biscotto servitoci caldo caldo e impacchettato dall’accoppiata Svezia-Danimarca, ci ritroviamo ancora una volta nella condizione in cui non basta fare il nostro dovere e battere la Francia, ma sperare che su un altro campo qualcuno dimostri la propria sportività e si giochi fino in fondo la partita.
Oggi sui giornali non si parla d’altro. Il biscotto recita un ruolo da assoluto protagonista, rubando la scena alle valutazioni sulla gara di ieri. E come d’abitudine più che concentrarci sulla gara dell’anno, siamo tutti presi a guardare in casa altrui, avanzando sospetti di combine o di scarso impegno da parte di un’Olanda già qualificata, che avrebbe la possibilità di estromettere in sol colpo i campioni del mondo ed i vice-campioni.
Domenech ha detto la sua, ma si sa, lui più che degli uomini si fida delle stelle e non può credere che gli orange mettano in campo contro la Romania la stessa voglia di successo dimostrata nelle prime due gare.
Più tranquillo Donadoni da questo punto di vista. Van Basten era suo compagno nel Milan e, negli anni in cui sollevavano trofei e si cucivano scudetti sul petto, ha potuto conoscere un ragazzo onesto e corretto:
Conosco bene le sue qualità come persona e la sua competenza come tecnico. E’ una garanzia. E poi, dovesse mandare in campo le seconde linee, non sarebbe certo un male, perché le riserve avranno voglia di mettersi in luce.
E poi ragazzi, giocare con le seconde linee, significa forse non essere onesti? La verità è che l’Italia ancora una volta non doveva arrivare a giocarsi la qualificazione all’ultima partita, sperando poi che gli altri facciano il proprio dovere.
Se avessimo fatto noi il nostro nella gara d’esordio, probabilmente adesso staremmo a raccontare un’altra storia.
Ma così è, ed ora giù a fare calcoli. L’Italia passa se:
– batte la Francia e la Romania non vince
– pareggia con gol (1-1, 2-2, ecc.) e la Romania perde
– pareggia 0-0 e la Romania perde 0-3 o con almeno 4 gol di scarto.
Troppo comodo contare sugli altri. Ragazzi, fuori gli attributi! E’ ora di vincere!
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