Come livello di nazionale, l’Italia resta una delle più forti, ma a livello di club stiamo scadendo sempre più in basso. I motivi sono più di uno, e chi può spiegarli meglio di Fabio Capello? L’attuale ct della nazionale inglese ha lavorato per anni sia in Premier League che nella Liga, e dunque, mettendo a confronto il nostro calcio con quello più prolifico di Spagna e Inghilterra, può diagnosticare il nostro male.
Primo fra tutti, il problema degli stadi. Il fatto che in quei due Paesi siano di proprietà delle società, mentre in Italia no, è un grosso dramma. Infatti così si spiega come mai le strutture siano fatiscenti e poco sicure (in Inghilterra gli steward proteggono chi sta in campo, in Italia invece “siamo in mano agli ultras”). Ripercussioni ci sono anche sul lato economico, perché lo stadio frutta denaro e ha i negozi per il merchandising, mentre in Italia le maglie e le sciarpe sono vendute nelle bancarelle.
Altri danni provengono dalle televisioni, che pagano molto meno in Italia perché gli stadi mezzi vuoti non sono un bel vedere, e poi c’è la mancanza di sportività che porta gli italiani a pensare esclusivamente al risultato, e non al gioco, e poi portano anche all’aggressività in campo, e la mancanza di rispetto verso l’arbitro. Insomma, una questione culturale e strutturale, che però siamo ancora in grado di risolvere.
OMG 11 Febbraio 2010 il 13:41
Si ma non credo ci voglia un grande esperto di calcio per dedurre ciò…