Volevano diventare il più grande mercato calcistico del mondo, ora rischiano davvero che del calcio ci rimangano solo gli stadi. In Cina è appena scoppiata la Calciopoli del Paese più grande al mondo e, rispettando le proporzioni, rischia di far sembrare quello italiano e quello europeo soltanto roba da dilettanti.
Oltre 100 persone tra arbitri, manager e calciatori sono finiti sotto inchiesta, e sono scattati già i primi 16 arresti. Le accuse sono le più disparate, e vanno dalle scommesse illecite (tutto il mondo è paese) alla corruzione, dai risultati “aggiustati”, alla prostituzione.
Sì perché gli arbitri, per poter essere benevoli con una squadra piuttosto che con l’altra, ricevevano la sera prima della gara delle prostitute in albergo, oltre che soldi, e questo non riguardava soltanto le categorie minori, ma anche la corrispondente della nostra serie A. A far insospettire gli inquirenti non è solo il traffico di soldi non tanto normale verso alcune partite, ma anche dei risultati incredibili come un 11-2 per un club che, anche se avesse fatto un gol in meno, sarebbe retrocesso, ed invece si è salvato grazie ad undici reti nell’ultima giornata di campionato.
Portati davanti al commissario anche 6 calciatori della nazionale cinese, interrogati per diverse ore, i quali si sono detti estranei a qualsiasi imbroglio. Secondo gli analisti, il calcio cinese, già in declino da diversi anni, potrebbe definitivamente morire, lasciando l’interesse su questo sport solo incentrato sulle gare internazionali, dato che il calcio inglese, spagnolo ed italiano sembrano interessare ai cinesi molto più di quello di casa.