Sembra destinato a non chiudersi mai il processo denominato Calciopoli. Ancora oggi, a distanza di 3 anni, emergono particolari interessanti e molto pericolosi su due dei protagonisti di tutta la vicenda, i designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. Ad accusarli stavolta, nonostante loro si dichiarino innocenti dall’inizio, è Manfredi Martino, ex impiegato della Can (Commissione Arbitrale Nazionale), oggi in Federcalcio.
Secondo Martino, interrogato oggi in aula, dopo vari interrogatori portati avanti nei mesi scorsi dai carabinieri, alcuni sorteggi di partite importanti, come Milan-Juventus, furono pilotati tramite alcune palline sospette. Secondo il teste, quando si voleva pilotare il sorteggio, venivano inseriti i nomi degli arbitri “designati” in delle palline consumate e scolorite, quindi facilmente riconoscibili. Quando invece queste non erano disponibili, il sorteggio veniva pilotato da dei “colpi di tosse” effettuati dallo stesso Bergamo. Addirittura
Ci sono state due occasioni in cui i due mi dissero “devi mettere questi biglietti in queste sfere” ed erano quelle riconoscibili.
Martino dunque era dentro questi “affari”, e perciò sembra essere molto ben informato, anche se i difensori degli ex designatori non sono convinti delle sue dichiarazioni. La sensazione è che quest’indagine non raggiungerà una fine molto presto.
miki foggia 5 Aprile 2010 il 18:10
Ogni udienza di Napoli (processo calciopoli/farsopoli) porta nuove notizie che demoliscono l’aborto giuridico, il pressapochismo e la mediocrità giornalistica del 2006. Oggi la stampa è muta, rispetto alla mattanza del 2006, ma la verità e la realtà piano, piano sta venendo alla luce