Più rispetto. E’ quanto Fabio Cannavaro chiede ai media che nei giorni passati avevano associato troppo spesso il suo nome con il doping. Lui non ha mai assunto sostante illecite, ed è sempre stato convinto che la verità sarebbe venuta a galla. E così, accertato che si è trattato veramente di una puntura di vespa, la Procura antidoping ha chiesto l’archiviazione della sua posizione, ma non di quella di “altri tesserati”, presumibilmente alcuni dirigenti juventini, responsabili della confusione che si è venuta a creare. Spiegano dalla Procura che:
Accertata la veridicità dell’episodio che ha originato l’intera vicenda (puntura d’insetto), il successivo comportamento dei medici e la mancata consegna all’atleta della raccomandata della Ceft, si può escludere che il Cannavaro si sia reso responsabile anche solo per mera negligenza della non completezza della documentazione prodotta. (…) Questo Ufficio pertanto si riserva di eventualmente procedere all’esito di ulteriori accertamenti nei confronti di altri soggetti tesserati della Società che si siano resi responsabili di fatti disciplinarmente rilevanti.
Tutto bene quel che finisce bene quindi. Il capitano della nazionale sarà in campo contro Cipro, e la Juve se la caverà solo con qualche multa. Caso chiuso.
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