In una lunghissima intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Antonio Cassano dimostra ancora una volta la sua loquacità e la mancanza di peli sulla lingua. Dice tutto e anche troppo, con il suo solito linguaggio colorito. Parla dell’inizio della sua carriera, quando andò via da Bari e scelse la Roma. All’epoca, tra le richieste di ingaggio, c’era anche quella della Juve, ma quello fu solo il primo dei quattro rifiuti ai bianconeri. Il secondo arrivò dopo, quando ad allenare i bianconeri arrivò Capello. Ma gli altri? La questione rimane in sospeso, ma probabilmente sono avvenuti in tempi recenti, forse durante la scorsa estate.
Si dice pentito comunque Fantantonio della sua scelta, perché a Torino ammette che avrebbe potuto fare di più, sia a livello calcistico che comportamentale, ma quello è stato solo l’inizio dei suoi errori. Andato a Madrid, è stato messo fuori rosa dopo solo tre partite, non aveva voglia di allenarsi e mentre i suoi compagni si allenavano, lui si stendeva sul lettino a sonnecchiare. Capello lo ha sempre coperto, e deve anche a lui se oggi è ancora un calciatore.
La scelta della Sampdoria è stata la migliore della sua vita. Ammette di essere innamorato della città di Genova, e che probabilmente non la lascerà mai. L’unico cruccio che gli rimane è la convocazione in nazionale.
Nel 2006 ancora non ero pronto. Ora invece sono consapevole dei miei mezzi. Inoltre, credo che più si parli di questa storia, minori sono le probabilità per me che il c.t. mi chiami davvero.
Le cassanate sono messe in un cassetto definitivamente, ora spetta a Lippi decidere del suo futuro.
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