Non solo Mourinho, ma anche Eto’o, Milito e gli altri grandi acquisti dell’Inter hanno spinto i tifosi nerazzurri a far diventare la loro società quella con più abbonati d’Italia, ben 40.000, quanti erano lo scorso anno. Ma forse questo primato lo si deve anche ad un fattore da non sottovalutare: l’effetto-Kakà.
Se infatti i tifosi nerazzurri sono stati consolati da Eto’o che ha sostituito Ibrahimovic, quelli rossoneri non hanno ricevuto nulla in cambio, e così hanno ripagato la società di questa disastrosa campagna acquisti facendo registrare il numero di abbonamenti più basso dell’era Berlusconi: 25.984, meno della metà rispetto allo scorso anno.
La buona notizia è che la crisi non si è fatta sentire. Le tessere dei vari club di serie A sono diminuite o aumentate soltanto a seconda della campagna acquisti della propria squadra del cuore. La Juventus, ad esempio, ha soddisfatto i suoi tifosi, che hanno acquistato il 5,4% di tessere in più, facendo rimanere ugualmente i bianconeri tra le società di fascia media, visto che i tagliandi sono in totale 18.712. Ha soddisfatto il pubblico anche la Lazio, che registra un consistente aumento del 12,5% che la fa diventare la società più amata della capitale, dato anche il calo subito dalla Roma; ma anche il Bari sorride, visto che dopo 8 stagioni di B ha potuto registrare un +52,2% di abbonati che li fa arrivare ad oltre 13 mila.
Chi invece piange, oltre al Milan, è la Fiorentina, la cui campagna abbonamenti ha rispecchiato la delusione della tifoseria per le cessioni, la quale ha acquistato circa cinquemila tessere in meno, mentre quello che non si riesce a spiegare è il -17,6% del Napoli, dopo una campagna acquisti degna della Champions League.
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