Tra le tante storie tristi di questi giorni che riguardano l’Iran, ce n’è una che riguarda anche il calcio, sempre più parte integrante della società. E’ diventata famosa in tutto il mondo la partita Iran-Corea del Sud della scorsa settimana, quando i calciatori iraniani si sono presentati in campo con una fascia verde intorno al polso, simbolo della battaglia anti-Ahmadinejad, portata dai sostenitori di Moussavi, il leader dell’opposizione che ha denunciato brogli durante le ultime elezioni.
Questa forma di protesta così plateale che ha fatto il giro del mondo non è piaciuta al Governo, che ha dato l’ordine alla federcalcio iraniana di mettere al bando i 6 “colpevoli” di disobbedienza. Si tratta di Ali Karimi, Mehdi Mahdavikia, Hosein Kaabi, Vahid Hashemian, Masoud Shohjaei e Masoud Shohjaei. Per quest’ultimo però sembra che inspiegabilmente non siano stati presi provvedimenti, mentre per due di essi si parla non di bando, ma di ritiro volontario dalla nazionale.
Appena giunti in patria, a nessun calciatore iraniano è stato riconsegnato il passaporto, in maniera tale da non farli uscire dal Paese, è stato proibito di parlare con i media, mentre addirittura due calciatori che giocano in Spagna, nell’Osasuna, si dice siano scomparsi, rapiti dal regime per non permettergli di uscire dal Paese e raccontare cosa succede all’interno. In Iran sembra si stia oltrepassando ogni limite.
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