Mourinho, un ottimo allenatore finché va tutto come dice lui. E’ questa la sintesi che si può fare del capitolo dedicato allo Special One da Claude Makelele, centrocampista francese di cui esce in questi giorni l’autobiografia Tout simplement, Ed. Prolongations.
Andando a ciò che ci interessa, e cioè il rapporto con l’allenatore, sembra di rivivere, con due anni di anticipo, gli stessi eventi accaduti all’Inter. Un periodo iniziale straordinario, con tutti gli occhi puntati su Mourinho, e con i calciatori che lo seguono come un guru. L’atmosfera è stupenda, e per questo il Chelsea vince anche due scudetti. Poi accade l’inevitabile.
Il Real Madrid nel 2007 tenta lo Special One. Lui sta per cedere ma rimane a Londra. Intanto i campioni dei Blues salgono alla ribalta, lo adombrano e lui li isola. In breve, lui non è più la star, e cerca di ritornare a far parlare di sè. Si finisce con lo spogliatoio spaccato, con chi va d’accordo con Mourinho che gioca e chi gli va contro che finisce in panchina; con le intemperanze di Abramovich che vuole in campo i suoi campioni (ci ricorda qualcosa?) fino all’inevitabile divorzio perché, usando le parole di Makelele:
Mourinho ha distrutto tutto.
Insomma, la differenza con l’Inter è molto sottile. Allora si finì con un’annata burrascosa e con il licenziamento. Viste le premesse, forse all’Inter non conviene mantenerlo anche per l’anno prossimo.