Un passato simile, un presente che ha lo stesso obiettivo. Strano il destino incrociato di Lippi e Trapattoni, entrambi vincenti sulla panca della Juventus, entrambi allenatori in passato dell’Inter, seppur con fortune diverse (il viareggino fallì laddove aveva trionfato il Trap), entrambi sulla panchine dell’Italia, dove Lippi si è preso la sua “rivincita”, trionfando laddove il Trap aveva fallito.
Ed eccoli qui, l’uno contro l’altro a giocarsi la qualificazione ai prossimi mondiali, l’uno per dimostrare di essere ancora un ottimo mister, l’altro per confermare quanto di buono fatto nell’edizione tedesca della kermesse mondiale.
Stasera li troveremo a pochi metri di distanza in quel di Bari, dove Italia e Irlanda si giocheranno la testa del girone. Il Trap avrebbe voluto arrivare all’appuntamento con gli stessi punti degli azzurri, ma sabato la Bulgaria gli ha giocato un brutto scherzo, impattando proprio alla fine, quando la vittoria sembrava acquisita. Motivo in più per dare battaglia nella gara di stasera, dove le motivazioni saranno forti.
L’Italia si presenta all’appuntamento con la voglia di mantenere la testa della classifica, sfruttando il fattore campo, sebbene negli ultimi giorni si sia fatto un gran parlare del presunto “tifo contro” dei baresi, che non hanno digerito la mancata convocazione dell’idolo di casa, Antonio Cassano. Ma Lippi è fiducioso in questo senso e nella conferenza stampa di ieri ha invitato il pubblico a mettere da parte le polemiche:
Mi aspetto il tifo per l’Italia domani sera. Quanti sono i biglietti venduti per la sfida di domani sera, 55.000? E quanti saranno gli irlandesi, circa 5.000? Allora mi aspetto che gli altri 50.000 allo stadio siano l’uomo in più degli azzurri. Perché qui a Bari credo che due anni fa si sia pianto di gioia per i campioni del mondo come in tutta Italia e come ho fatto io.
Con la speranza che il miracolo si ripeta e che tra poco più di un anno si possa tornare a versare lacrime dolci. Ma intanto c’è il Trap e la sua Irlanda… Forza ragazzi!
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