Lopez minacciato di morte da due ultrà del Lecce davanti alla famiglia. Questa la triste storia raccontata dalla Gazzetta dello Sport che getta una luce non proprio positiva sul calcio tricolore. Siamo in Lega Pro ma se succede a quei livelli cosa dobbiamo aspettarci dagli altri?
dalla Gazzetta dello Sport
I fatti
È il tardo pomeriggio del 19 aprile, il Lecce ha appena battuto il Foggia per 1-0, con un gol di Doumbia in pieno recupero. Il clima è comunque pesante, perché la sconfitta della settimana precedente a Melfi ha di fatto pregiudicato le speranze playoff dei salentini. Lopez rientra a casa con la famiglia dopo la partita e trova davanti all’ingresso dell’abitazione un comitato di accoglienza con intenzioni tutt’altro che pacifiche. Il difensore è accusato di aver invitato i compagni a non andare sotto la Curva, per festeggiare la vittoria.
Il sequel
Lopez viene invitato a convocare i giornalisti in conferenza stampa, per denunciare il mancato pagamento degli stipendi da parte del presidente Tesoro (ma per Lopez era tutto regolare e dunque non se ne farà nulla). Con un’altra minaccia di morte: «Se fai questa cosa, per noi diventi come S. Oronzo. Altrimenti ti ammazziamo, tanto sappiamo dove trovarti», è l’ultima frase di uno degli ultrà, come raccontato nella conferenza stampa tenuta ieri mattina in Questura dal vicequestore aggiunto Raffaele Attanasi.
Gli indagati
Dopo accurate indagini (coordinate dal sostituto procuratore Massimiliano Carducci), condotte dagli agenti della Digos di Lecce, è stato notificato il provvedimento di informazione di garanzia (con l’avviso di conclusione delle indagini) a 2 dei presunti responsabili. Si tratta di A.D.M., 40 anni, di Lecce, e A.G.D.G., 32 anni, nato a Medellin (Colombia), ma residente a San Cesario, piccolo centro alle porte del capoluogo salentino. Ai due, già raggiunti in passato da ordinanze di Daspo, è stato contestato il reato di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, in concorso.