Incredibile a Treviso. Dopo aver lasciato già una volta la squadra veneta per incompatibilità con i calciatori, Abel Balbo presenta per la seconda volta le sue dimissioni. Stavolta dovrebbero essere definitive. Probabilmente si tratta di un record, con due ingaggi e due auto-esoneri dello stesso allenatore in meno di un mese.
Ma che cosa succede in una squadra che potenzialmente potrebbe navigare almeno a metà classifica della serie B, ma che da anni, troppi anni, non riesce mai ad emergere dalla zona retrocessione? Sicuramente qualche problema ambientale c’è, e questa vicenda lo dimostra nella sua interezza. Ma andiamo con ordine e proviamo a riavvolgere questo assurdo film.
Il 24 febbraio scorso Luca Gotti, ex allenatore del Treviso, viene licenziato (anche lui per la seconda volta). Visti i cattivi risultati che il suo club stava conseguendo, il presidente Setten decise di fare a meno del suo allenatore già una settimana prima. Dopo un primo allontanamento, i calciatori chiesero al presidente di annullare il licenziamento mettendo in atto uno sciopero degli allenamenti. Il presidente tornò sui suoi passi e riassunse Gotti, per poi licenziarlo nuovamente a fine mese.
I calciatori non avevano nulla contro il neo assunto, l’ex attaccante della Roma Balbo, e tentarono di nuovo l’arma dello sciopero. Solo che stavolta Setten non volle ripensarci, e firmò con il nuovo tecnico. Ma dopo lo sciopero, e l’assenza di alcuni componenti dello staff tecnico, lo stesso allenatore presentò le dimissioni 24 ore dopo aver firmato il contratto.
Ritorna Gotti? Macché, dimissioni respinte, e Balbo ritorna. Sembra tornata la pace, i calciatori si allenano tranquillamente e con Balbo allenatore, dopo una prima sconfitta, arriva anche un punto sul difficile campo di Parma. Soltanto che il benessere è solo di facciata, perché nelle due giornate successive arrivano altre due sconfitte, entrambe per 2-0, e così dopo solo 23 giorni, Balbo decide di lasciare nuovamente Treviso. Che qualcosa non vada nell’ambiente societario, questo è chiaro, viste anche le parole del tecnico dimissionario:
Me ne vado perchè sono deluso da questa società.
Intanto la retrocessione quest’anno sembra ormai una conseguenza inevitabile, troppo tardi per riprovare la risalita, e così l’unica soluzione sarebbe far tornare proprio Luca Gotti, l’unico che conosce la squadra e l’ambiente, e l’unico in grado di compiere il miracolo. Un miracolo a cui forse nemmeno gli ultras trevigiani credono più.