La Germania non riesce a vendicare l’umiliazione subita ai mondiali del 2006, quando l’Italia futura campione del mondo le inflisse un secco 2-0 nei tempi supplementari. La gara amichevole di questa sera vedeva ancora le due nazionali confrontarsi, sebbene restasse ben poco delle formazioni che si affrontarono quasi cinque anni fa. Nel frattempo i tedeschi hanno fatto passi da gigante, rinnovando la squadra ed avvalendosi dell’apporto di tanti giovani talenti. L’Italia è invece ancora una squadra alla ricerca della propria identità, dopo l’uscita prematura dal mondiale sudafricano ed il cambio di panchina necessario quanto opportuno.
Alla vigilia della gara si parlava di rivincita, di onta da smacchiare, di dente avvelenato da parte di una squadra che spesso ha dovuto subire sonore sconfitte per mano dell’Italia. Sarebbe stato lecito attendersi una gara a senso unico, con la Germania ben collaudata capace di sovrastare la giovane ed ancora acerba Italia. Così non è stato ed alla fine il risultato di parità è giusto, specie se si considera la seconda frazione di gioco, quando i nostri ragazzi hanno mostrato le cose migliori.
Meglio la Germania nella prima parte di gara, ma la difesa azzurra teneva e cercava di impostare le ripartenze. Al 16′ minuto però arrivava il vantaggio tedesco: Muller ed Ozil orchestravano da maestri l’azione (rispettivamente tunnel e colpo di tacco) e Miroslav Klose dimostrava di essere ancora uno straordinario uomo d’area, beffando il rientrante Buffon. I padroni di casa avrebbero potuto passare nuovamente, ma stavolta il numero uno azzurro si salvava di piede ed evitava il tracollo. Sul finire del primo tempo mancava un rigore all’Italia, per la “parata” in area di un difensore tedesco su cross basso di Cassani.
Nella ripresa fioccavano le sostituzioni ed i ritmi calavano, mentre l’Italia provava ad infastidire la difesa avversaria con qualche soluzione velleitaria. Alla fine era Giuseppe Rossi a siglare la rete dell’1-1, la rete che mandava di traverso la rivincita agognata dai tedeschi. Non si giocava per i tre punti, ma la soddisfazione di non aver ceduto le armi resta, così come restano i passi avanti fatti dalla nazionale di Prandelli. Ottima gara? No, ma la strada imboccata è quella giusta.
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