La sconfitta di Bergamo pesa come un macigno, più di quanto voglia farci credere lo Special One, abituato com’è a trovare sempre il lato positivo in ogni situazione. In fondo c’è da credergli quando dice di non essere preoccupato dall’alto del suo primo posto in classifica, ma come si fa a restare indifferenti di fronte ad una pesante debacle come quella rimediata domenica dalla sua squadra? Moratti ha fatto la voce grossa, strigliando lo squadrone dei sogni e invitandolo a non cercare scuse dopo una sconfitta simile, ma stavolta mister Mou non può rispondere come vorrebbe e si limita a far presente che:
Moratti può commentare me, ma io non posso fare altrettanto. Lo farò solo se me lo chiede lui: ho un’opinione e una personalità sufficiente per dire a tutti quello che penso. Ma non pubblicamente.
Ma non c’è tempo per fermarsi a piangere sul latte versato. C’è già dietro l’angolo la Roma che aspetta e, sebbene si tratti di una semplice gara di Coppa Italia, il mister ci tiene a far bella figura. E allora via all’ennesima rivoluzione, con tanto di chiamata alle armi per il trio che era stato spedito a scaldare le poltroncine della tribuna domenica scorsa, Balotelli-Mancini-Quaresma. Punizione conclusa o piuttosto un discorso del tipo “se mando tutti in punizione, poi sono costretto a far giocare Baresi”?
Mi aspetto solo cose positive. Quaresma e Mancini per tanti giorni hanno lavorato bene in silenzio, meritano un’opportunità. Mario lo stesso, è migliorato il suo modo di lavorare. Spero che possa avere la forza psicologica per rispondere a quello che avete scritto: parlate di lui come di Maradona o di Pelè venti anni fa. Spero reagisca alla pressione che c’è intorno a lui. Non è qua perché abbiamo perso, ormai vuole rimanere, la sua testa è qui.
No, non è qua perché abbiamo perso, ma dubitiamo che avrebbe avuto la stessa opportunità se l’Inter fosse tornata da Bergamo con notizie più confortanti…
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